A Pisa l’arrivo degli ambasciatori. «Serve legge quadro sulla mobilità ciclistica»
Resta l’amaro in bocca all’arrivo della Bicistaffetta a Pisa. Non certo per i tanti politici incontrati dagli ambasciatori del cicloturismo tra Liguria e Toscana. Non per gli esempi di comuni impegnati sul tema della mobilità attiva. Come Vecchiano, l’ultimo in ordine di tracciato, col sindaco Massimiliano Angori e l’assessore all’Ambiente Mina Canarini. E neppure per l’entusiasmo della scoperta di un’altra fetta d’Italia in punta di pedale, dal Ponente Ligure fino alla Versilia, testando i possibili tracciati della futura Ciclovia Tirrenica. L’amaro viene invece dall’ultimo (ennesimo) blocco della legge quadro sulla mobilità ciclistica per volontà del Ministero dell’Economia e Finanze.
«Ma a chi dà fastidio la legge sulla mobilità ciclistica in Italia? Per Fiab è necessaria una politica nazionale sulla bicicletta», all’arrivo dell’ultima tappa della Bicistaffetta al Parco San Rossore Massaciuccoli di Pisa la presidente Giulietta Pagliaccio non nasconde la delusione per il recente blocco della legge quadro sulla mobilità ciclistica. E aggiunge:« Noi, con la Bicistaffetta, vogliamo dimostrare che gli investimenti sul cicloturismo e sulla mobilità attiva quotidiana servono per città più vicine alle persone e meno alle automobili».
Idee condivise anche dall’assessore toscano alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli (in foto), presente a Pisa a fianco degli staffettisti. «La Ciclovia Tirrenica fa parte della rete di valenza regionale. E noi vogliamo che si faccia sistema tra regioni, comuni, enti e parchi». Il riconoscimento da parte dell’assessore anche agli iscritti Fiab, «collaboratori preziosi» per le politiche dedicate alla mobilità attiva.
Della Ciclovia Tirrenica, percorsa dagli staffettisti su vari tracciati da Ventimiglia a Pisa dal 23 al 30 settembre si è poi parlato concentrandosi anche sulla necessaria manutenzione che un’infrastruttura simile richiederebbe. «Come Regione Toscana – ancora Ceccarelli – metteremo risorse annuali perché l’opera, una volta conclusa, sia all’altezza di un cicloturismo italiano ed europeo».