Nelle Marche, dove la Ciclovia Adriatica aspetta una ferrovia dimenticata


Tappa fiume sulle colline marchigiane con qualche pedalata in piano seguendo la costa adriatica. Il quarto giorno di Bicistaffetta ha preso il via sulla Salaria inferiore, all’uscita di Ascoli Piceno, deviando presto verso le prime pendenze. Coi giusti rapporti e i cambi che scoppiettavano gli staffettisti hanno fatto tappa al borgo di Offida (nella foto alcuni ciclisti per le vie del centro storico) che accoglie chi arriva dal basso con la vista di Santa Maria della Rocca troneggiante sul territorio.

Tutto un saliscendi per mezza giornata, toccando piccoli centri storici, in silenzio quando le gambe e le salite lo imponevano, rifiatando sulle discese e godendosi il profumo dei vigneti piceni che disegnano lunghi corridoi sulle colline verdeggianti. Fino a Monteprandone, che ha  premiato i ciclisti con una strada a scivolo fino al mare, a San Benedetto del Tronto, senza neanche un giro di pedale.

Dopo le soste nell’entroterra appenninico gli ambasciatori del cicloturismo hanno ripreso da dove avevano cominciato, lungo quella auspicabile Ciclovia adriatica che, anche nelle Marche, godrebbe di tracciati già esistenti, illuminati e serviti con punti di ristoro. Una risorsa su cui Antonio Dalla Venezia, responsabile Fiab per il cicloturismo, resta convinto si debba continuare a investire. Perché il turismo su due ruote, magari a macchia di leopardo, comunque sta avanzando.

A Fermo, ospitata nel Museo delle Cisterne romane, la delegazione Fiab ha infatti conosciuto più da vicino il progetto di recupero della linea ferroviaria – atteso da anni – che corre dai Monti Sibillini fino alla costa. A spiegarne i dettagli l’architetto Simona Pagliari, che ha descritto le potenzialità dell’infrastruttura (in disuso dal ’56) in un’Italia dove i tratti dismessi misurano oltre 6mila km. “Da Amandola a Porto San Giorgio – questo il quadro – sono quasi 60 i km che attraversano il territorio passando per Fermo con la maggior parte dei 38 ponti ancora integri e con dislivelli contenuti, adatti a percorsi naturalistici per trekking e vacanze in bicicicletta”.